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Rivalsa IVA : cos'è e come funziona

Valerio Gay

Valerio Gay

Team lead - Account manager

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Imprenditori, liberi professionisti e titolari di partita IVA. L’istituto della rivalsa IVA coinvolge soggetti d’impresa e lavoratori autonomi nello svolgimento quotidiano delle mansioni professionali. Sono definiti soggetti passivi IVA dalla normativa e interessati quotidianamente dall’emissione di fatture dall’istituto della rivalsa. 

Casistiche, soggetti ed esenzioni sono alcuni degli elementi essenziali illustrati nei prossimi paragrafi: aspetti da conoscere per amministrare meglio la vita d’impresa o l’attività professionale da lavoratori autonomi.

Sommario

Rivalsa IVA: definizione

 

 

Per rivalsa IVA si intende l’attribuzione dell’imposta al committente con l’obiettivo di recuperare la somma versata. Si attua tramite l’addebito in fattura, posto in essere dal venditore o dal prestatore del servizio nei confronti del committente. 

 

L’istituto della rivalsa implica appunto la possibilità di rivalersi: attribuire, o semplicemente far pagare l’IVA al proprio cliente. Ad esempio: un grossista al negozio al dettaglio, un venditore al dettaglio al consumatore finale. 

 

La rivalsa può essere cosiderata sotto un duplice punto di vista: si tratta di un debito potenziale verso l’Erario e di un credito rispetto al cliente che ha acquisito il bene o del servizio. Il valore della rivalsa si calcola attraverso la detrazione IVA.

 

 

I casi di rivalsa IVA

 

 

La rivalsa IVA configura tre casistiche particolari in funzione delle quali la restituzione dell’imposta avviene secondo modalità differenti. Si tratta del reverse charge, o inversione contabile, per mezzo del quale la rivalsa transita dal fornitore al cliente; della fattura omaggio, ossia della rivalsa di tipo non obbligatorio; e del regime IVA per cassa, per il quale la restituzione dell’imposta è possibile soltanto dopo aver effettuato il pagamento.

 

Il reverse charge, parimenti definito anche come inversione contabile, rappresenta una forma di rivalsa IVA: un’eccezione all procedura ordinaria di contribuzione in quanto fa transitare l’obbligo del versamento IVA dal fornitore al cliente. Si tratta di una procedura che il legislatore ha configurato con l’obiettivo principale di contrastare l’evasione fiscale. 

 

Attraverso il reverse charge il fornitore non riceve l’importo da versare nelle casse dell’Erario, piuttosto che il cliente sia tenuto ad integrare la fattura oppure emetterne un’altra (è il caso dell’autofattura) per comunicare le informazioni dell’imposta e versare l’imposta stessa legata all’operazione.

 

Attraverso la fattura omaggio è invece possibile che l’emittente, ossia il fornitore di beni o servizi erogati gratuitamente al cliente, decida se assumersi l’onere della rivalsa oppure prendere a carico il versamento dell’IVA. L’emittente che non vuole rinunciare all’IVA è tenuto ad emettere una fattura specificando che è il caso di omaggio con rivalsa, indicando il valore dell’IVA e stornando il rimanente. La fattispecie è disciplinata dal D.P.R. 633/72 e riguarda le fatturazioni di omaggi coinvolte alle attività aziendali.

 

 

Rivalsa IVA: i soggetti coinvolti

 

 

La rivalsa IVA coinvolge imprese e professionisti autonomi titolari di partita IVA: coloro che la normativa definisce tecnicamente come soggetti passivi IVA. A queste categorie si aggiungono tuttavia i lavoratori che effettuano operazioni imponibili oppure operazioni che addebitano l’imposta al cliente, configurando così un obbligo di rivalsa. Imposta che viene poi considerata per la liquidazione dell’IVA secondo le tempistiche stabilite per legge: mensile o trimestrale.

 

In sintesi, se l’IVA a credito prevale sull’IVA a debito l’azienda non è tenuta ad alcun versamento nelle casse dell’Erario e vanta altresì un credito uguale alla differenza dei due importi. In caso contrario sarà tenuto al versamento della quota. 

 

 

Rivalsa IVA: esenzioni

 

 

Le esenzioni della rivalsa IVA riguardano le fatture omaggio e altre fattispecie tra cui le prestazioni gratuite di servizi con finalità personali o familiari per le quali l’imposta sia detraibile. A queste si aggiungono altre cinque casistiche specificate di seguito.

 

  • Acquisti intracomunitari. In questo caso la fattura viene emessa secondo modalità reverse charge per cui è responsabilità del cliente procedere con l’integrazione della fattura nel proprio paese, contribuendo così all’imposta e inserendo il documento tra le fatture emesse e gli acquisti. 
  • Cessioni di oro industriale. Anch’esse regolate con il reverse charge.
  • Operazioni IVA assolta in partenza. Si tratta del settore delle telecomunicazioni. Tali operazioni vengono fatturate da chi esercita il servizio e le operazioni successive non sono soggette all’applicazione dell’IVA.
  • Fatturazione per agenzie di viaggio. Riguarda il regime non imponibile destinato alle operazioni che coinvolgono paesi esterni all’Unione Europea.
  • Acquisizione di rottami o materiali di risulta. Anch’esse regolate con il reverse charge.

 

Infine, sono esenti da rivalsa IVA le fatture emesse dai soggetti appartenenti al regime forfettario che non prevede alcuna forma di detrazione per i titolari di partita IVA.

 

 

Correlazioni all’IVA

 

 

Per concludere, alcuni concetti paralleli correlati all’IVA. L’istituto dello split payment, destinato alle aziende private che intrattengono rapporti commerciali con gli enti della Pubblica Amministrazione. Le forme di acconto IVA, ossia versamenti effettuati da aziende o professionisti come forme di anticipo della somma complessiva da pagare alla fine del periodo fiscale. L’esigibilità della liquidazione, ossia la fase in cui la somma spettante diventa disponibile per la liquidazione al beneficiario su base mensile o trimestrale. Il registro IVA, ossia il libro contabile che riassume i fatti economici di natura lavorativa: operazioni attive e passive sottoposte a IVA e il rimborso IVA.

 

 

Conclusioni 

 

 

La rivalsa IVA è continuamente al centro delle operazioni d’impresa e dei professionisti autonomi: rappresenta infatti il meccanismo con cui, ad ogni fattura, l’imposta viene attribuita al soggetto (passivo IVA) che acquista il bene o il servizio. Normale quindi che nelle grandi aziende riguardi anche le operazioni svolte dai dipendenti subordinati, soprattutto in trasferta.

 

In trasferta si concretizzano spese di trasporto, alloggio e ristorazione declinate in numerose fattispecie tra cui pedaggi autostradali, parcheggi, titoli di viaggio connessi a costi per metropolitane, autobus, aerei e molto altro, creando a livello gestionali difficoltà di contabilizzazione, controllo e rimborso, oltre che di liquidazione IVA.

 

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Per concludere: 3 punti chiave da ricordare 

 

  • Per rivalsa IVA si intende la restituzione dell’imposta al committente con la finalità di recuperare la somma versata. Si effettua tramite addebito in fattura: dal prestatore del servizio al committente.
  • La rivalsa coinvolge imprese,  professionisti autonomi titolari di partita IVA (soggetti passivi IVA) e lavoratori che effettuano operazioni imponibili oppure operazioni che addebitano l’imposta al cliente.
  • Le esenzioni della rivalsa IVA riguardano le fatture omaggio, le prestazioni gratuite di servizi con finalità personali o familiari, gli acquisti intracomunitari, le cessioni di oro industriale, le operazioni con IVA assolta alla fonte, fatturazioni per agenzie di viaggio e acquisizione di rottami.
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Valerio Gay

Valerio Gay

Valerio Gay ha acquisito un’ampia esperienza presso Weekendesk e Qonto. Attualmente Team Lead Account Manager per l’Italia a Mooncard, supporta i clienti nell’utilizzo della soluzione e facilita l’integrazione delle note spese all’interno contabilità aziendale. Appassionato di economia, contabilità e diritto, Valerio rimane aggiornato sulle ultime tendenze di mercato e regolamentazioni.