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Regime forfettario: tutti i requisiti e le agevolazioni

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Se sei in procinto di avviare la tua prima attività come libero professionista, probabilmente ti starai chiedendo quale sia il regime contabile giusto per te: contabilità ordinaria, semplificata o forfettaria? Per rispondere a questa domanda, hai bisogno di sapere quali saranno, idealmente, i tuoi ricavi nel primo anno fiscale: maggiori o inferiori a 65.000 euro? 

Questo, infatti, è uno - ma non l'unico - dei requisiti di accesso al regime forfettario, attualmente il più vantaggioso dal punto di vista della tassazione e delle procedure contabili.

Sommario

Regime forfettario: a chi è destinato

 

 

Il regime forfettario è il regime contabile più semplice che esista in Italia: è, di fatto, esente dal pagamento dell'IVA e gode di svariate agevolazioni per quanto riguarda la contabilità e gli adempimenti fiscali. 

 

Per questo motivo, il forfettario (o forfetario) appare come una sorta di privilegio, desiderato da molti professionisti e, per lo stesso motivo, riservato solo a una piccola parte di essi. I requisiti per accedere, infatti, sono abbastanza stretti e sono corredati da una lista di motivi escludenti. Vediamoli nel dettaglio.

 

 

Regime forfettario: quali requisiti per accedere

 

 

Per accedere al regime forfettario, è innanzitutto necessario essere liberi professionisti (persone fisiche) dotati di partita IVA, oppure ditte individuali. Sono incluse in questa classificazione anche le imprese familiari, mentre non rientrano le società di persone o di capitali, né le associazioni di professionisti.

 

Quello che abbiamo appena enunciato è chiamato "criterio selettivo soggettivo", in quanto ha a che vedere con il soggetto richiedente. Esistono, poi, un paio di "criteri selettivi oggettivi", riguardanti cioè l'impresa oggetto di contabilità. Si tratta del limite di fatturato e del limite di spesa.

 

 

Regime forfettario: limite di fatturato

 

 

Genericamente, si parla di limite di fatturato ma, in realtà, è più corretto parlare di un limite sui ricavi e sui compensi. Infatti, per accedere al regime forfettario, questi due non devono essere maggiori di 65.000 euro all'anno. Tuttavia, se la partita IVA è stata aperta ad anno fiscale già cominciato il limite viene abbassato proporzionalmente, dividendo i 65.000 per i giorni dell'anno (365) e poi moltiplicando per i giorni in cui effettivamente l'attività è stata operativa.

 

Siccome quello dei ricavi e dei compensi è un requisito oggettivo fondamentale, è sufficiente che in un anno il libero professionista superi questa soglia per far scattare automaticamente il passaggio al regime di contabilità ordinaria o di contabilità semplificata

 

 

Regime forfettario: limite di spesa

 

 

Anche in questo caso, si parla in modo impreciso di "limite di spesa": nel regime forfettario, infatti, le spese sostenute dal professionista (fornitori, consulenti, ecc.) non hanno alcun peso. La "spesa" a cui si fa riferimento è invece quella relativa ai dipendenti (o al lavoro accessorio).

 

Nello specifico, la somma tra questi due tipi di spesa non può superare i 20.000 euro all'anno: ciò esclude la possibilità di avere dipendenti a tempo pieno e/o dipendenti assunti con contratto di lavoro intermittente, occasionale, ecc.

 

 

Regime forfettario: motivi di esclusione

 

 

Ma per accedere alle agevolazioni fiscali del regime forfettario non è sufficiente soddisfare tutti e tre i requisiti: è necessario anche non incappare in uno (o più) dei motivi di esclusione. Oltre, ovviamente, al superamento della soglia limite di 65.000 euro per quanto riguarda le somme di ricavi e compensi, esistono altri motivi di esclusione che specificano gli altri due requisiti. 

 

Tra di essi, ci sono ad esempio:

  • l'appartenenza a dei regimi IVA speciali, come quelli destinati alla vendita di Sali & Tabacchi o alla rivendita di beni usati e oggetti d'antiquariato;
  • avere la residenza fuori dall'Italia (con dovute precisazioni se si tratta di determinati Stati UE o se l'attività di impresa viene svolta per la maggior parte in Italia);
  • appartenere contestualmente a una società di persone, di professionisti o imprese di tipo familiare;
  • fornire prestazioni esclusivamente a precedenti datori di lavoro (precedenti 2 anni). Parliamo, in questo caso, del fenomeno delle "finte partite IVA", ossia quel fenomeno per cui i datori di lavoro modificano il contratto di un dipendente, costringendolo a diventare lavoratore autonomo ma a fornire comunque l'esclusiva del suo lavoro all'azienda di origine.

 

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui un libero professionista può essere escluso dal regime forfettario. L'elenco completo, invece, è consultabile dal testo che regola il Regime Forfettario (Regime forfetario - legge 23 dicembre 2014, n. 190, articolo 1, commi da 54 a 89, Stabilità 2015.)

 

 

Regime forfettario: una volta escluso, sei fuori per sempre?

 

 

Fortunatamente, no: il testo della normativa specifica che il professionista viene escluso dal regime forfettario per l'anno fiscale successivo a quello in cui si è verificato l'inadempimento di uno dei requisiti o uno dei motivi di esclusione. Se durante l'anno fiscale in contabilità semplificata o in contabilità generale, il professionista dimostra di riconquistare tutti i requisiti sufficienti e necessari, può rientrare a pieno titolo nel regime forfettario l'anno dopo.

 

 

Regime forfettario: quali sono le agevolazioni previste

 

 

Veniamo ora al succo del discorso sul regime forfettario, ossia le agevolazioni fiscali: quanto paga di tasse il professionista iscritto al forfettario?

  • È esente dal pagamento di IRPEF, IRAP e delle addizionali locali. Al posto di queste tasse, viene versata un'imposta sostitutiva tra il 5 e il 10% del reddito. Nello specifico, il 5% sul reddito vale per i primi 5 anni dall'apertura della partita IVA per alcuni codici ATECO, mentre è sempre del 15% per tutti gli altri codici. 
  • L'aliquota è applicata su un reddito calcolato a forfait - da cui il nome di regime "forfettario".

 

Grazie a queste agevolazioni e alla contabilità estremamente semplificata, il professionista forfettario risparmia non solo sulle tasse, ma anche sulla parcella del commercialista.

 

 

Regime forfettario: come si fattura

 

 

Grazie al privilegio della contabilità enormemente semplificata, il professionista iscritto al regime forfettario non ha l'obbligo di particolari scritture contabili  di registrare corrispettivi o fatture.

 

Le uniche regole si applicano alla liquidazione e versamento dell'IVA (entrambe non obbligatorie) e alla dichiarazione annuale (non obbligatoria). Per quanto riguarda la compilazione delle fatture:

  • in fattura, non deve essere addebitata l'IVA ai clienti e non viene detratta l'IVA sugli acquisti;
  • le fatture devono essere numerate e conservate.

 

Inoltre, attualmente, il regime forfettario esenta dall'obbligo di fatturazione elettronica i professionisti che nell'anno precedente al 2022 hanno registrato un reddito inferiore ai 25.000 euro; è obbligatoria, invece, per tutti gli altri. Inoltre, diventerà obbligatoria per tutti, indipendentemente dal fatturato dell'anno precedente, dal gennaio del 2024. 

 

 

Regime forfettario: svantaggi

 

 

Non è tutto oro quel che luccica. Il regime forfettario ha anche degli svantaggi. Innanzitutto, alla voce "spese deducibili", l'elenco è vuoto. Il contrappeso di una tassazione agevolata è infatti l'impossibilità di dedurre dal reddito le spese sostenute, quello che normalmente si dice "scaricare": il forfettario non scarica nulla. Ecco perché un professionista, iscritto al regime forfettario, che sostiene costantemente spese ingenti, dovrebbe pensare di cambiare regime, passando quantomeno a quello della contabilità semplificata.

 

L'assenza dell'obbligo di scritture contabili, poi, impedisce di avere un quadro approfondito della situazione economica dell'attività, e di svolgere analisi ulteriori come quelle previste dalla contabilità industriale o dalla contabilità analitica.

 

Infine, la questione dell'esenzione IVA può porre il professionista in difficoltà sulle modalità di rapporto con clienti e fornitori. Una fattura senza IVA può creare confusione e portare ad errori che complicano, in certi casi anche di molto, la gestione della contabilità nel forfettario. Un aiuto viene sicuramente dagli strumenti digitali come Mooncard: grazie alle sue soluzioni intelligenti, perfettamente integrabili con tutti i sistemi di gestione contabile più diffusi, Mooncard consente di automatizzare e digitalizzare tutte le operazioni di pagamento e contabili. 

 

I vantaggi per il professionista sono molteplici:

  • viene eliminato il rischio di errori di calcolo;
  • si beneficia della dematerializzazione dei documenti e dell'archivio contabile;
  • è possibile tracciare sempre, e in tempo reale, tutti i movimenti.

 

In ultima analisi, anche il piccolo professionista può velocizzare i tempi di gestione della sua contabilità, e ottimizzare anche i più elementari processi

 

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Per concludere: 3 concetti chiave

  • Il regime forfettario è il regime contabile d'elezione per i liberi professionisti, ossia per i lavoratori autonomi dotati di partita IVA oppure per le ditte individuali. Tra i requisiti richiesti per poterne usufruire, c'è innanzitutto il tetto massimo imposto ai ricavi e ai compensi (massimo 65.000 euro all'anno). In secondo luogo, c'è un limite di spesa di 20.000 euro all'anno.
  • Il regime forfettario è molto vantaggioso perché consente di godere di una tassazione più leggera (un'aliquota sostitutiva variabile dal 5% al 15% del reddito, calcolato a forfait) e di una contabilità estremamente semplificata, anche dal punto di vista degli obblighi IVA. In questo senso, il forfettario garantisce di spendere meno sia in tasse che per la parcella del commercialista.
  • Il regime forfettario ha anche dei lati negativi, uno tra tutti la non deducibilità delle spese: chi è nel forfettario non può scaricare nulla. Per questo motivo, se un professionista sostiene annualmente spese ingenti, dovrebbe pensare di passare al regime di contabilità semplificata.
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Valerio Gay

Valerio Gay

Valerio Gay ha acquisito un’ampia esperienza presso Weekendesk e Qonto. Attualmente Team Lead Account Manager per l’Italia a Mooncard, supporta i clienti nell’utilizzo della soluzione e facilita l’integrazione delle note spese all’interno contabilità aziendale. Appassionato di economia, contabilità e diritto, Valerio rimane aggiornato sulle ultime tendenze di mercato e regolamentazioni.